Qualche anno fa ho conosciuto due gemelle tanto chiacchierone in casa quanto taciturne fuori casa: addirittura non erano in grado di pronunciare per ore neppure un monosillabo. Tutt'al più riprendevano la consueta loquacità in presenza di un qualsiasi oggetto fungesse da schermo tra il nucleo familiare e il mondo esterno: bastava anche un giornale aperto.
I genitori erano molto preoccupati perché l'anno successivo le bambine avrebbero dovuto iniziare la scuola primaria.
Il mutismo selettivo è caratterizzato dall'incapacità di parlare in determinate situazioni - tipicamente sociali - che contrasta con la fluidità e la normalità dell'espressione verbale in altre situazioni - tipicamente molto familiari.
D'altra parte, la comunicazione non verbale è molto spiccata.
Il Quoziente Intellettivo (valutato nei casi più gravi soltanto con le prove visuospaziali, che non richiedono risposte verbali) è generalmente nella norma. Durante la fase diagnostica è importante anche accertare se ci sono disturbi del linguaggio, come i difetti nella pronuncia delle parole oppure altri disturbi dello sviluppo cognitivo.
il mutismo selettivo si manifesta durante i primi anni di scuola dell'infanzia e, se non correttamente riconosciuto e affrontato, può permanere anche nell'età adulta.
Le cause non sono ancora state individuate ma probabilmente sono coinvolti diversi fattori individuali e ambientali.
Hannah ha 26 anni e il mutismo selettivo le è stato diagnosticato quando ne aveva 17: "Non sono io. So chi sono e non sono timida o silenziosa... quando sono con gli altri è come se [il mutismo selettivo] prendesse il sopravvento. Ho le parole in testa ma qualcosa mi impedisce di dirle e quanto più mi sforzo, tanto più forte è la sensazione di fallimento che avverto se non ci riesco".
Si tratta di uno degli estratti delle interviste condotte attraverso le comunicazioni scritte con instant messenger di Skype, per lo studio pubblicato da Aaron S. Walker (un ricercatore che ha recuperato l'abilità di parlare in contesti extrafamiliari) e Jane Tobbell nel 2015.
Il mutismo selettivo non è quindi da confondere con la timidezza né con il rifiuto di parlare: è caratterizzato dalla persistente incapacità di farlo, nonostante l'intenzione e i tentativi fallimentari.
È un disturbo d'ansia e può avere diversi gradi di severità, che condizionano in modi diversi l'apprendimento, la frequenza e il rendimento scolastico, le relazioni sociali e, da adulti, la vita professionale.
Chiedere un'informazione per strada può risultare impossibile.
Il contesto sociale (fin dalla scuola dell'infanzia) spesso aggrava la situazione e non fa che rafforzare o peggiorare il mutismo, con comportamenti che vanno dalle ripetute sollecitazioni ("dimmi, me lo dici? me lo dici?") alla totale esclusione da alcune attività ("tanto non parla").
Il mutismo selettivo va riconosciuto tempestivamente e affrontato con una serie di interventi individuali (psicoterapia cognitivo-comportamentale), familiari e scolastici.
La precocità dell'intervento e la sua multimodalità sono attualmente riconosciuti come i migliori predittori di efficacia.
Per diffondere la conoscenza sul mutismo selettivo e fornire sostegno alle famiglie e consulenza agli insegnanti, un gruppo di genitori ha fondato nel 2009 l'A.I.Mu.Se, con referenti in tutte le regioni.
Aggiornamento del 3 giugno 2018:
è stato appena pubblicato il manuale Mutismo selettivo. Sviluppo, diagnosi e trattamento multisituazionale curato da Giorgio Rezzonico, Emanuela Iacchia e Michele Monticelli.