"Il mio bambino non sta attento in classe, l'insegnante dice che ha la testa tra le nuvole, legge molto ma al momento di fare i compiti passa dal quaderno di italiano al libro di storia e poi a quello di scienze. Che disturbo ha?"
Nell'attività clinica capita a volte di ascoltare racconti simili e, dal momento che la particolarità del comportamento del bambino ha un impatto su diversi aspetti della vita quotidiana (scuola, casa), occorre approfondire con un esame neuropsicologico.
Le prime preziose informazioni si raccolgono dalla storia individuale e familiare. Il colloquio con il bambino e l'osservazione del suo comportamento aggiungeranno altri dettagli all'indagine.
Sarà poi una batteria standardizzata per la misurazione del Quoziente Intellettivo (QI) a completare la raccolta dei dati per l'interpetazione conclusiva.
Se il QI sarà superiore a 120, la diagnosi sarà di Intelligenza superiore alla media che, in riferimento alla storia familiare e all'assenza di altri elementi di difficoltà, è la spiegazione del comportamento manifestato dal bambino.
In effetti, in termini statisitici, un QI superiore - così come un QI inferiore (<70) rappresenta una deviazione dalla media e ad esso si associa un profilo cognitivo-comportamentale-sociale tipico. Pur nell'ampia variabilità inter-individuale, i bambini superintelligenti tendono a manifestare difficoltà di integrazione in classe, disattenzione e iperattività, scarse relazioni con i coetanei. Avendo un grado di conoscenze generali più elevato rispetto ai bambini della stessa età, un bambino superintelligente può manifestare minore motivazione ad ascoltare informazioni già note, indirizzando altrove la propria curiosità. La sua stessa ricca espressione verbale può non essere condivisa tra i coetanei e indurre un isolamento sociale.
Diventa, quindi, necessaria un'identificazione precoce dell'Intelligenza superiore per poter pianificare i percorsi educativi più adeguati e favorire un armonico sviluppo cognitivo, affettivo e sociale.
Dal 2010 è nata in Italia l'ASTAP (Associazione Italiana lo Sviluppo del Talento e della Plusdotazione) con l'obiettivo di un "confronto con i progetti ed i percorsi realizzati in Europa e nel resto del mondo per intervenire e favorire lo sviluppo degli studenti plusdotati".
Ma attenzione, un bambino superintelligente non è ancora un bambino prodigio. Nel bambino prodigio si ha una dimostrazione ripetuta della sua costante eccellenza in una o più abilità.
Tale aspetto era già chiaro ai pionieri degli studi sui bambini plusdotati, come ho raccontato nella storia di B, la prima bambina afroamericana con un'intelligenza eccezionale.
Nell'attività clinica capita a volte di ascoltare racconti simili e, dal momento che la particolarità del comportamento del bambino ha un impatto su diversi aspetti della vita quotidiana (scuola, casa), occorre approfondire con un esame neuropsicologico.
Le prime preziose informazioni si raccolgono dalla storia individuale e familiare. Il colloquio con il bambino e l'osservazione del suo comportamento aggiungeranno altri dettagli all'indagine.
Sarà poi una batteria standardizzata per la misurazione del Quoziente Intellettivo (QI) a completare la raccolta dei dati per l'interpetazione conclusiva.
Se il QI sarà superiore a 120, la diagnosi sarà di Intelligenza superiore alla media che, in riferimento alla storia familiare e all'assenza di altri elementi di difficoltà, è la spiegazione del comportamento manifestato dal bambino.
In effetti, in termini statisitici, un QI superiore - così come un QI inferiore (<70) rappresenta una deviazione dalla media e ad esso si associa un profilo cognitivo-comportamentale-sociale tipico. Pur nell'ampia variabilità inter-individuale, i bambini superintelligenti tendono a manifestare difficoltà di integrazione in classe, disattenzione e iperattività, scarse relazioni con i coetanei. Avendo un grado di conoscenze generali più elevato rispetto ai bambini della stessa età, un bambino superintelligente può manifestare minore motivazione ad ascoltare informazioni già note, indirizzando altrove la propria curiosità. La sua stessa ricca espressione verbale può non essere condivisa tra i coetanei e indurre un isolamento sociale.
Diventa, quindi, necessaria un'identificazione precoce dell'Intelligenza superiore per poter pianificare i percorsi educativi più adeguati e favorire un armonico sviluppo cognitivo, affettivo e sociale.
Dal 2010 è nata in Italia l'ASTAP (Associazione Italiana lo Sviluppo del Talento e della Plusdotazione) con l'obiettivo di un "confronto con i progetti ed i percorsi realizzati in Europa e nel resto del mondo per intervenire e favorire lo sviluppo degli studenti plusdotati".
Ma attenzione, un bambino superintelligente non è ancora un bambino prodigio. Nel bambino prodigio si ha una dimostrazione ripetuta della sua costante eccellenza in una o più abilità.
Tale aspetto era già chiaro ai pionieri degli studi sui bambini plusdotati, come ho raccontato nella storia di B, la prima bambina afroamericana con un'intelligenza eccezionale.