La Neuropsicologia esamina le diverse manifestazioni del comportamento umano e le spiega facendo riferimento ai modelli di funzionamento del cervello.
Fornisce le indicazioni per far fronte alle difficoltà cognitive, comportamentali e adattive attraverso strategie compensative, tecniche riabilitative, supporti educativi e adattamenti dell'ambiente di vita.
Si occupa della Diagnosi, della Riabilitazione e dell'Educazione.
Si rivolge all'individuo dai primi giorni di vita fino alla vecchiaia, da 0 a 100 anni e più, utilizzando gli strumenti appropriati ad ogni età.
Domande frequenti
Che differenza c'è tra un neuropsicologo e uno psicologo che applica test cognitivi? Il neuropsicologo ha maturato un'esperienza professionale in ambienti clinici multidisciplinari, collaborando con medici specialisti (neurologi, neurochirurghi, neuropsichiatri, pediatri, geriatri, oncologi,...), con infermieri, con operatori di riabilitazione (logopedisti, fisioterapisti, psicomotricisti,...) e con psicologi psicoterapeuti. Ha così acquisito un orientamento alla verifica di diverse ipotesi, all'interpretazione clinica, alla conclusione chiara e di immediato supporto al percorso diagnostico e/o terapeutico. Lo psicologo che applica test cognitivi ha maturato un'esperienza professionale in ambiti prevalentemente non clinici, collaborando con alcuni medici specialisti o operatori di riabilitazione su determinati casi. Ha così acquisito un orientamento consolidato per specifiche aree diagnostiche (disturbi di apprendimento, declino cognitivo, disturbi di attenzione,...), fornendo descrizioni estese delle valutazioni effettuate. Il neuropsicologo ha un'approfondita formazione sull'anatomia del cervello, sui processi cognitivi e comportamentali e sulle loro interazioni. Lo psicologo che applica test cognitivi ha un'ampia formazione sul un indirizzo teorico generale e sugli strumenti di valutazione. Il neuropsicologo tende a selezionare solo i test e i questionari che sono sensibili e necessari per giungere alle conclusioni diagnostiche. Sessioni di esame: da 2 a 5. Lo psicologo che applica test cognitivi tende ad utilizzare diversi test e questionari per giungere a una descrizione ampia del profilo. Sessioni di esame: più di 5.
Da chi devo andare? Se si tratta di definire un profilo intellettivo globale e un profilo degli apprendimenti scolastici, la scelta è indifferente: i due professionisti arrivano con metodi diversi a conclusioni analoghe. Se si tratta di definire una diagnosi specifica (disturbo di linguaggio, di attenzione, di memoria), di identificare un profilo intellettivo sotto (disabilità) o sopra (plusdotazione) la norma, di rilevare le difficoltà cognitive e comportamentali conseguenti a traumi cranici (anche lievi), ictus, tumori cerebrali, anomalie genetiche e metaboliche, epilessie, malattia di Parkinson, demenze e altre condizioni neurologiche è opportuno rivolgersi al neuropsicologo.
Quando devo richiedere un esame neuropsicologico? Ci sono tre situazioni tipiche: - la curiosità sul proprio livello intellettivo e sul proprio profilo cognitivo-comportamentale, in tal caso, l'esame può dare indicazioni sulle proprie potenzialità e rimane una misura di riferimento per eventuali valutazioni in età successive; - l'evidenza di difficoltà nella vita quotidiana, nella scuola o nel lavoro, nelle relazioni sociali, tali da condizionare anche minimamente le attività usuali, in tal caso, l'esame identifica o esclude eventuali disturbi specifici e fornisce indicazioni riabilitative o psicoterapeutiche (talvolta l'ansia e la depressione riducono le prestazioni quotidiane); - l'insorgenza di una condizione neurologica o psichiatrica o la diagnosi di una patologia che coinvolge il funzionamento del cervello, in tal caso l'esame completa il processo diagnostico intrapreso con il medico specialista, fornisce indicazioni riabilitative e/o assistenziali, pianifica il monitoraggio, in stretta collaborazione con lo specialista di riferimento.
In che cosa consiste l'esame? L'esame è suddiviso in tre parti che si articolano in 2-3 sessioni (o più tra i diversi professionisti): - il colloquio clinico per conoscere il motivo della richiesta e ricostruire l'anamnesi; - la somministrazione delle batterie e dei test selezionati; - il colloquio conclusivo, con la comunicazione dei risultati e di eventuali indicazioni. Al termine dell'esame viene sempre rilasciata una relazione scritta.
A che serve la relazione scritta? La relazione scritta è importante in quanto assolve a diverse funzioni: - documenta il profilo cognitivo attuale e gli eventuali disturbi cognitivi, comportamentali e adattivi, lasciandone una traccia dettagliata; - facilita la comunicazione tra le diverse figure professionali coinvolte; - è necessaria ad attivare tutte le misure (riabilitative, didattiche, professionali, assistenziali, assicurative, economiche, giuridiche) per far fronte alle difficoltà osservate; - permette il confronto tra esami successivi, verificando la stabilità o le variazioni del profilo e l'efficiacia di eventuali interventi terapeutici (riabilitativi, farmacologici, neurochirurgici) messi in atto.
Come bisogna presentarsi all'esame? In condizioni ottimali: dopo un buon recupero da episodi di febbre e raffreddamento, dopo essersi alimentati e aver riposato come di consueto, a distanza da esami diagnostici invasivi.
I test neuropsicologici permettono di conoscere la personalità di una persona? No. I test neuropsicologici sono una misura del funzionamento del cervello. I tratti di personalità possono essere indagati attraverso altri strumenti e metodi che pure sono di competenza dello psicologo e del neuropsicologo.
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