Fin dai primi giorni di vita il neuropsicologo esamina il comportamento del bambino e mette in relazione le osservazioni ottenute con il funzionamento del cervello in un intreccio dinamico e molto variabile, per i continui cambiamenti derivanti dallo sviluppo e dalla maturazione.
Negli anni successivi è importante rilevare precocemente le particolarità del linguaggio, del gioco e del comportamento, per predisporre eventuali approfondimenti diagnostici e percorsi riabilitativi appropriati e tempestivi.
Nei primi due anni di scuola primaria l'obiettivo dell'osservazione è sull'attenzione e sull'apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo.
L'esame neuropsicologico del bambino non può prescindere da una valutazione globale del livello di sviluppo o del livello intellettivo.
Nei casi di diagnosi di malattie neurologiche, genetiche e metaboliche diventa ulteriormente necessario l'esame neuropsicologico e il monitoraggio nel tempo del profilo cognitivo-comportamentale e dell'efficacia degli eventuali interventi educativi e riabilitiativi.
I disturbi neuropsicologici possono essere congeniti (come ad es. un disturbo specifico del linguaggio nel bambino di 3 anni che cresce bene ma pronuncia male le parole) oppure acquisiti (come ad es. una difficoltà di linguaggio insorta dopo un trauma cranico nel bambino che già parlava fluentemente).