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Per saperne di più sui problemi neuropsicologici e del ciclo di vita. 

Disprassia? Ci vorrebbe la bacchetta!

25/5/2015

 

Harry mancò il baccello e colpì la ciotola, che andò in pezzi.
"Reparo" ordinò subito, picchiettando i frammenti con la bacchetta, e la ciotola tornò integra.

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La coordinazione motoria è un'abilità che si acquisisce gradualmente dalla prima infanzia all'età scolare.
La coordinazione bimanuale
ci permette di svolgere le attività di tutti i giorni: stappare un pennarello, allacciare le scarpe, aprire una bottiglia d'acqua. Certo, i violinisti sono in grado di eseguire con le mani rapidi movimenti sincronizzati e sfasati nel tempo e nello spazio - sono speciali - ma ci si può rendere conto della complessità nel nostro quotidiano, provando ad allacciare una scarpa con la propria mano destra e con la mano sinistra temporaneamente prestata da un amico.

La Disprassia è la difficoltà a pianificare e coordinare i movimenti degli arti o della bocca. Rende complicati i movimenti bimanuali o attività come andare in bicicletta, vestirsi o pronunciare le parole.
Come per il disturbo del linguaggio, può essere acquisita, se è causata da un danno cerebrale che condiziona l'esecuzione o il perfezionarsi dello sviluppo delle prassie, oppure evolutiva se la progressione della coordinazione non è regolare o è incompleta, in assenza di altri danni neurologici.
Inoltre, può essere associata ad altri disturbi, come il Deficit di Attenzione-Iperattività.


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Diversamente dal disturbo del linguaggio, la disprassia è poco nota e se non riconosciuta può impedire l'attivazione tempestiva dei percorsi riabilititativi ed educativi. Addirittura, può portare alle conseguenze più gravi, descritte nella drammatica storia accaduta ai due neuroscienziati Sabine Kastner e Michael Graziano, che si sono visti cacciare da scuola, negli Stati Uniti, il figlio di 6 anni - An Inconvenient Child -, oltre a ricevere pesanti accuse di abusi.

Nel corso dello sviluppo del bambino ci sono diversi segnali che devono essere considerati: dalla scarsa manipolazione degli oggetti nei primi anni, agli scarabocchi o al rifiuto di fare i puzzle alla scuola dell'infanzia, alla difficoltà a scrivere o alla goffaggine alla scuola primaria, fino alla difficoltà a vestirsi in età adulta.
Per verificare se si tratti di disprassia, nei bambini, così come negli adulti, è importante un esame neuropsicologico, i cui risultati devono essere interpretati in base ad altri approfondimenti neurologici e neuropsichiatrici.
A partire da tali risultati multidisciplinari, verrà definito il percorso riabilitativo.

Per saperne di più, l'Associazione Italiana Disprassia dell'Età Evolutiva, che ha sedi in tutte le regioni, ha pubblicato il libretto informativo: La Disprassia in età evolutiva... questa sconosciuta.

Daniel Radcliffe, con i panni e la bacchetta di Harry Potter, è riuscito a far conoscere e a dimostrare che si possono superare le difficoltà di un disprassico.

monica
27/10/2015 09:36:37 pm

Mio figlio di 5 anni gli è stata riconosciuta la disprassia verbale e lievemente motoria.Vorrei solo dire una mia opinione mi fa soffrire che si dica"disturbo"per me cuore di mamma non è altro che un modo di essere.Vanno aiutati e rassicurati,per far sì che diventino gli uomini o donne del domani.Monica

Tiziana Metitieri
28/10/2015 10:13:55 am

Monica, grazie per questo commento. Le espressioni e i comportamenti del suo bambino sono davvero il suo modo di essere. È il fatto che alcuni di questi gli possano condizionare la vita quotidiana, ad es. la comunicazione, a rendere necessaria la diagnosi. Con l'identificazione delle difficoltà è possibile adattare il quotidiano e non rallentare le tappe successive dello sviluppo.
Senz'altro lei tocca un punto critico, che riguarda la percezione negativa dei disturbi dello sviluppo e, in generale, neuropsicologici.
È questa che deve cambiare, parlandone.
La diagnosi è fondamentale: se da un lato la definizione posta dal clinico può indurre discriminazione e atteggiamenti negativi per mancanza di conoscenza, dall'altro, è necessaria ad attivare una serie di percorsi riabilitativi e assistenziali che altrimenti non sarebbero garantiti. Inoltre, attraverso le definizioni diagnostiche e le descrizioni dei sintomi è possibile per il genitore riconoscere le difficoltà del proprio bambino e avviare il più precocemente possibile il percorso diagnostico e riabilitativo.
Fino a una decina di anni fa, la scarsa diagnosi neuropsicologica in età evolutiva ha ritardato o impedito tutti gli interventi riabilitativi e di didattica compensativa. Questo ritardo ha fatto sì che molti ragazzi, sopraffatti dalle difficoltà e da una discriminazione comunque presente, abbandonassero troppo presto la scuola e le altre attività di integrazione sociale.
Nella vita quotidiana sono i bambini stessi - quando si garantisce l'integrazione - a dare significati positivi alle difficoltà e ad affrontarle insieme ai grandi e ai coetanei.
Senz'altro un ambiente rassicurante e accogliente favorisce lo sviluppo delle potenzialità di ciascun bambino ma solo i percorsi riabilitativi permettono il recupero o la compensazione delle difficoltà. E accanto a questi, l'educazione e l'integrazione. Sono poi i bambini stessi, anche con i loro progressi, a fornire rassicurazioni e a confermare i benefici di una diagnosi tempestiva, resa possibile da genitori attenti.


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    Descrizione dei disturbi neuropsicologici e dello sviluppo, con indicazioni pratiche.

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